martedì 21 dicembre 2010

La scelta vegetariana

E' ormai scontato che per diminuire la propria impronta ecologica, l'unica strada 'alimentare' percorribile sia quella vegetariana.
Ecco un po' di dati: un miliardo e 600 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile, oltre 2 miliardi non hanno accesso ad alcun servizio sanitario, almeno 1,8 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per malattie legate alla scarsità e all'uso di acqua poco pulita.
In questo contesto, l'agricoltura consuma globalmente il 70% dell'acqua dolce disponibile e ne inquina altrettanta con le deiezioni degli animali da allevamento, gli erbicidi e i concimi chimici.
Per produrre 1 Kg dei seguenti cibi vengono consumati: 15-20.000 litri per la carne bovina, 6.000 litri per la carne di maiale, 2.000 per produrre 1 lt di latte e poche decine di litri per produrre delle lenticchie; ovviamente, oltre ai dati precedenti, occorre anche considerare l'inquinamento causato dal trasporto degli animali vivi, o delle loro carni, e le sofferenze inflitte agli animali. Ulteriori informazioni le potete trovare nel seguente sito.

Già nell'antica Grecia, nella Repubblica di Platone, Socrate espone a Glaucone l'alimentazione ideale per gli uomini della città del futuro: focacce di frumento e orzo, olive, formaggio di capra, cipolle, legumi, dolcetti di fichi, bacche di mirto, ghiande arrosto e un po' di vino. Ma Glaucone vuole la carne, e allora Socrate, anticipando i motivi ecologici del vegetarianesimo, gli spiega che, per mangiare carne, "avremo bisogno di molti maiali e di guardiani, e poi saremmo costretti a ricorrere più spesso ai medici. E gli allevamenti richiederanno spazi nuovi, sottraendo terreno all'agricoltura. Così, la città sarà costretta ad invadere i paesi vicini ed a fare la guerra" (questo collegamento tra alimentazione carnea e guerra fu visto anche da Pitagora, il quale sosteneva che "finché gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno tra di loro").

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